Dipinto - Olio su tela (240 x 145)
Opera liberamente interpretata dal Canaletto da anonimo pittore di fine Ottocento con grande qualità pittorica, colorismo e tecnica prospettica.
Perfetto lo stato di conservativo.
Spettacolare effetto decorativo da piena parete.
Storia del dipinto
Questo dipinto del Rio dei Mendicanti raffigura il canale che collega le Fondamente Nove al Campo San Giovanni e Paolo, di fronte al Ponte Cavallo, che si vede abbozzato in basso.
Il Rio dei Mendicanti corrisponde al confine tra i sestieri di Castello (sinistra) e Cannaregio (destra). Questa tela è stata dipinta dall'alto del ponte dei Mendicanti, che costeggia la riva delle Fondamente Nove.
Qui siamo lontani dal Canal Grande e dai suoi ricchi e imponenti palazzi. Canaletto ha voluto dipingere “la sua” città, la cosiddetta Venezia minore, quella dei veneziani “al naturale” nella loro vita domestica. E come tale, c'è tutto, dagli operai del cantiere navale che mettono in acqua una gondola, ai pettegolezzi sul ponte, al mendicante, al vecchio appoggiato al muro, alla massaia alla finestra che scuote la scopa, alla biancheria che si asciuga al vento sulle e tra le facciate e persino sulle "Altanes" (terrazze di legno sui tetti delle case veneziane).
Sulla riva sinistra si vede parte della facciata della chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti adiacente al convento dei Mendicanti, il tutto termina con la Scuola Grande di San Marco che si vede sormontata da sculture di fronte a Campo San Giovanni e Paolo (a Castello a Venezia).
A parte il grande edificio e il ponte di legno che lo collegava alla riva sinistra, tutto è rimasto uguale, compreso lo "Squero", un cantiere navale diventato poi un circolo nautico.
Anche qui è notevole il trattamento della prospettiva, senza fughe di fondo: entriamo nel dipinto senza "sprofondare", il che ci aiuta a leggerlo più facilmente, senza che l'occhio venga trascinato in "un corridoio".
Al consueto repertorio vedutistico, incentrato attorno alla Piazza San Marco, l’artista aggiunge riprese inedite, dedicate agli angoli meno noti di Venezia. È il caso del Rio dei Mendicanti, dove il pittore focalizza la sua attenzione su una zona popolare, descritta in tutta la sua umile bellezza. Canaletto sedimenta nella composizione un inedito spessore di verità, ottenuto attraverso uno straordinario uso della luce che irrompe nella scena illuminando e rendendolo distintamente percepibile anche il più piccolo elemento. Questo effetto è raggiunto esibendo, quasi con sfacciataggine, i segni dell’operazione pittorica: pennellate corpose e sfrangiate che offrono allo spettatore un’immagine concreta della città. Questo dipinto mostra la genuina vita quotidiana dei veneziani, con scene che si possono vedere ancora oggi nello stesso posto.
Anche il posizionamento dell'occhio del pittore e del nostro è intelligente per ottenere questo risultato: siamo perfettamente orizzontali, la vista non si tuffa né si solleva; è una delle tecniche peculiari di Canaletto.
La bellezza della vita quotidiana dei veneziani vista da Canaletto
Non c'è nulla di impressionante in questo dipinto a livello architettonico.
A parte la piccola facciata della chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti e un leggero schizzo del retro della facciata della Scuola Grande di San Marco, è la Venezia semplice e laboriosa che viene presentata qui.
E tuttavia, è un dipinto superbo, piacevole alla vista, pieno di poesia e vita.
Qui la bellezza si trova nell'autenticità, ci servirebbe solo il suono per ascotare il chiacchiriccio, il rumore dei remi, la “musica” di questo spaccato di vita quotidiana nel quartiere.
Canaletto non usa alcun artificio; l'architettura scompare a beneficio dell'uomo.
Venezia: fine Ottocento
Misure; larghezza cm. 240 altezza cm. 145